Siamo sempre nell’ Entroterra riminese e visitiamo il medievale Castello di Albereto (nella vallata del Conca) che, oltre a trovarsi in una posizione panoramica che consente la visione di un paesaggio di grande valore naturalistico, il territorio romagnolo e marchigiano, è un nucleo medioevale perfettamente conservato e di grande valore.
Il suo nome deriva dalla foresta di querce, pioppi e pini in mezzo alla quale è stato costruito. Dopo la dominazione romana, che da Rimini si era estesa a tutti i Comuni del Conca e, a testimonianza della quale si sono trovati vari reperti archeologici, le prime notizie del castello risalgono al 1233, periodo di accesi scontri tra guelfi e ghibellini. I guelfi Malatesta, grazie a favori resi alla Chiesa, ottennero il governo della città di Rimini e il possesso dei castelli e delle rocche costruite sul territorio loro assoggettato.
Il Castello di Albereto fu ristrutturato dai Signori di Rimini con la realizzazione di una cinta muraria su base rettangolare, l’innalzamento dei bastioni e la costruzione della tipica scarpata malatestiana. Il castello fino alla fine del 1700 fu legato direttamente al contado di Rimini, dal 1797 la sua sorte seguì quella di Montescudo. Con la istituzione della Repubblica Cisalpina, sotto il dominio napoleonico, Albereto entrò a far parte del territorio di Montescudo.
Dopo il ritiro di Napoleone i territori tornarono sotto il governo pontificio; con decreto del Re Vittorio Emanuele II, nel 1861, Montescudo ed Albereto vennero incorporati nella provincia di Forlì.
Del castello oggi è possibile ammirare: gli scavi archeologici del ponte levatoio, le tracce dell’antico Oratorio di San Bernardino, la torre campanaria.