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Torriana o Scorticata

Torriana è una della località più incantevoli dell’Entroterra Romagnolo. Confina con i comuni di Borghi, Novafeltria, Poggio Berni, San Leo, Sogliano al Rubicone e Verucchio. Si trova ad una altitudine di 377 metri sul livello del mare ed ha una superficie di 23 km². Si suddivide nelle frazioni di Bruciatini, Colombare, Franzolini, Gemmiano, Montebello (assorbito sul finire degli anni ’70 dal comune di Sogliano al Rubicone). Per raggiungerla da Sant’Arcangelo di Romagna, sulla Via Emilia, si seguono le indicazioni Verucchio e San Marino. Dopo aver superato la frazione di Santo Marino si trova la deviazione sulla destra con indicazione Torriano. Prima di giungere al paese prendere la deviazione a destra (via del castello).

Il nome originario era “Castrum Scortigatae” (La Scorticata), così come lo ritroviamo nelle cronache a partire già dal 1141, quando dipendeva dalla giurisdizione di San Giovanni in Galileo, questo nome descriveva perfettamente l’asprezza di un luogo tutto abbarbicato su uno spuntone di roccia quasi del tutto privo di vegetazione. L’incantevole vista che si ha sulla costa gli è valso l’appellativo di «balcone della Romagna». Il nome Scorticata venne cambiato da Benito Mussolini nel 1938 in Torriana.

L'ingresso al castello

L'ingresso al castello

Di origini villanoviana era sicuramente abitata fin dai tempi dell’età del ferro come dimostrano i numerosi reperti archeologici ritrovati in loco. Dopo il 1000 fu dominata dai Malatesta da Verucchio. Una leggenda narra che nelle segrete del castello fu trucidato nel 1304 Gianciotto Malatesta, lo stesso che anni prima, folle di gelosia, aveva ucciso la moglie Francesca da Rimini e il proprio fratello, Paolo, gli amanti sfortunati cantati da Dante nella Divina Commedia.

Sul masso calcareo più grande fu costruita una rocca che si confondeva con la pietra stessa e sull’altra una torre, (da qui il nome Torriana) . Una rocca sicuramente rilevante a guardia di una via, quella che risale la Valmarecchia, l’antica Via Maior, dal grande valore militare poiché rappresentava il collegamento principale con il Montefeltro e con la Toscana. Essendo posta su un picco che controllava il territorio circostante, consentiva di effettuare segnalazioni a tutta una serie di punti di guardia. Fu così centro di segnalazioni per la vallata nel ‘300, essendo il perno di un insieme di paesi dove sorgevano torri per segnalazioni luminose che si estendeva fino a tutto il Montefeltro. Questa località venne concessa dal Papa Lucio II alla chiesa Riminese, che la assegnò nel 1186 ai Malatesta di Verucchio. Lungamente contesa per la sua posizione dominante sulla valle del Marecchia, soprattutto perché in tempi di invasioni ed ostilità costituiva una difesa naturale, fu possedimento dei Malatesta fino al 1462, anno in cui fu conquistato dai Montefeltro dopo aspre battagli con le truppe dei Malatesta. Successivamente passò anche per le mani di altre grandi casate come i Borgia e i Medici.  Nel 1504, come gran parte della Romagna, Torriana fu controllata da Venezia tornando dopo pochi anni alla Chiesa che, nel 1519, la concesse al conte Pio dei Carpi. Per lungo tempo le pendici del suo monte vennero erose da cavatori e marmisti.

La torre campanaria

La torre campanaria

Nel corso dei secoli Torriana si è modificata ed è divenuta il capoluogo comunale. Il castello era dotato di una lunga cinta muraria che controllava l’intera rupe, con vari punti di avvistamento, attualmente restano parte della rocca, la porta con due imponenti torrioni circolari, una cisterna e parte del maschio. In posizione sovrastante rispetto alla rocca si trova la torre capanario, lato verso il mare, parzialmente ricostruita dopo la seconda guerra mondiale. Su un vicinissimo colle roccioso – lato monte – si trova la torre quadrata, risalente al XIII secolo e dominante la valle del Marecchia.

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